Andrea RiccardiAndrea Riccardi è uno storico italiano fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Attivista, accademico e autore di diversi libri sulla storia della Chiesa cattolica |
Andrea Riccardi, come è stato il suo incontro con i poveri, nelle periferie? |
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7 April 2016 |
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La scoperta dei poveri, nella storia di Andrea Riccardi, si colloca all'inizio del percorso di quella che poi diventerà la Comunità di Sant'Egidio. Nell'intervista con J.L. Durand, Andrea Riccardi racconta quei primi passi tra i poveri, come della "seconda tappa" dopo la scoperta del Vangelo. Quella della conoscenza del mondo "di fuori", fuori la Roma del centro: le borgate, il mondo della periferia povera, le baracche. Racconta Riccardi: "Conoscevo un prete operaio che lavorava nelle baracche vicino al Cinodromo, a Ponte Marconi, ed è lì che ho cominciato a scoprire la periferia. Era il mondo proletario e sottoproletario, fatto di immigrati dal Centro e dal Sud Italia o dal vecchio centro storico di Roma, della Roma di allora, un po' anticlericale, un po' antifascista: un misto di lavoratori edili, lavoratori irregolari, gente a metà tra la piccola vita ed espedienti per sopravvivre in bilico tra marginalità, ribellismo e rassegnazione". Una scoperta, quella della periferia, che sarebbe diventato il filo rosso di una vita, da Roma al mondo. La periferia che Andrea Riccardi incontra agli inizi della sua esperienza, ancora studente, è, dice "una specie di rivelazione. Un mondo al contrario, ma non solo. un mondo umano, violento ma anche straordinario". Il giovane Andrea gira in Vespa "liceale o giovane studente, facevo giri d'esplorazione, andavo a vedere i casali, scoprivo le baracche dove vivevano i più poveri. In quegli anni si parlava della "nuova frontiera di Kennedy". Per me, per la comunità che nasceva in quegli anni, la nuova frontiera era e doveva diventare la periferia. Il nostro obiettivo era spostare le frontiere della città e abolire l'esclusione dei poveri". Questo diventa un lavoro concreto ma, insiste Riccardi, "rigidamente volontario e autofinanziato per le spese correnti". "Prendevamo dei bambini che abbandonavano la scuola, dopo essere stati bocciati più volte, e facevamo loro la scuola - la chiamavamo scuola popolare - o il doposcuola. (tratto liberamente dal libro intervista "Sant'Egidio, Roma e il mondo" con prefazione di Carlo Maria Martini, edito da San Paolo) |